Archivio degli autori Italia Nostra Caserta

Le residenze per studenti negli ex mulini reali-Barducci di S. Benedetto

Nell’anno delle Celebrazioni vanvitelliane, che vedono enti pubblici e associazioni impegnati in manifestazioni di ogni tipo per celebrare l’opera di Luigi Vanvitelli e dei suoi collaboratori, in via Ferrarecce a Caserta gli ex mulini reali di San Benedetto, costruiti in collaborazione con il  figlio Carlo tra il 1770 e il 1773, stanno subendo un ulteriore cambiamento di destinazione d’uso.

Sembra che sia andato a compimento il progetto di realizzare un complesso di residenze per studenti con servizi diversi, non sappiamo quanto coerentemente con la storia del sito e delle fabbriche vanvitelliane e il vincolo del Ministero dei Beni Culturali, ora della Cultura, (D.M. 23.7.2004 n 322), ma soprattutto rispetto, all’efficacia e alla sostenibilità economico-finanziaria e ambientale di un simile investimento.

 L’ipotesi, mai smentita dall’Ateneo Vanvitelliano, che la popolazione universitaria frequentante i locali Dipartimenti sia contenuta in bacini di utenza territoriale molto ristretti, dove cresce anche l’effetto spinta verso altri Atenei, non giustifica una tale spesa per l’assenza di fabbisogno per tali residenze.

E’ forte la preoccupazione che l’operazione di edilizia residenziale possa portare ad una totale perdita dell’identità storica di questo bene e del suo contesto urbano e ad un ulteriore consumo di suolo in un’area della città priva di verde pubblico e di servizi per i residenti, fortemente condizionata dalla presenza di due  linee ferroviarie: una  per Napoli, via Cancello e l’altra per Benevento Foggia.

Da ciò la nostra richiesta di Accesso agli atti avanzata agli enti interessati, a diverso titolo (Comune di Caserta, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio
per la provincia di Caserta e Benevento, Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”).

I mulini reali di San Benedetto, alimentati dalle acque del condotto del Carolino, erano un complesso composto da  un fabbricato  a due piani che conteneva i due mulini, uno superiore e uno inferiore , ognuno di quattro macine, ampi spazi per  i carri, un’osteria,  granili, un oratorio e un “giardino di delizie con peschiera grande”.

Passati al demanio dello stato nel  periodo postunitario, divennero prima i mulini  Barducci, poi Arena,  poi il mulino e pastificio Amato. Alla vigilia della grande guerra, c’era  il calzaturificio militare, e ancora oggi sulla facciata principale in via Ferrarecce si legge: “Opificio militare vestiario e equip.to (equipaggiamento)”.

Sicuramente l’area è stata per decenni in totale abbandono, tuttavia rappresenta una importante testimonianza della storia urbanistica e industriale della città di Caserta dalla seconda metà del XVIII al XX secolo.

 Perciò auspichiamo fortemente che siano salvaguardati i valori storici ed identitari del sito e che siano evitate demolizioni e ricostruzioni incongruenti o, peggio, con volumetrie superiori alle preesistenti.

Caserta, 13 giugno 2023                                          

Maria Rosaria Iacono

(presidente Italia Nostra sezione di Caserta “Antonella Franzese”)

 

CONSUMO DI SUOLO E GEOGRAFIA PARTECIPATIVA: applicazioni nella Piana Campana

Il 14 aprile 2023, alle ore 11,00, Via R. Perla 21, Università della Campania “L. Vanvitelli” , Aula Informatica, Santa Maria Capua Vetere (Ce) nell’ambito della GeoNighit – La notte internazionale della geografia, sarà possibile partecipare all’evento CONSUMO DI SUOLO E GEOGRAFIA PARTECIPATIVA: applicazioni nella Piana Campana.

In prosieguo del precedente che si è tenuto sempre in collaborazione con l’università il 4 febbraio scorso con la partecipazione del Prof, Paolo Pileri, che ha presentato il suo libro L’Intenlligenza del suolo””.

Al Laboratorio di Geografia Partecipativa, partecipano gli alunni del LIceo ” Quercia” di Marcianise, con la guida del prof, arch. Giancarlo Pignatato, vicepresidente di Italia Nostra Caserta

Incontri e visite culturali 2023. L’ACQUA UNA RISORSA DA TUTELARE Natura, paesaggi, città

La S.V. è invitata a partecipare alla presentazione del Programma di incontri e visite culturali per lanno 2023 che si terrà il 4 Aprile 2023 alle ore 18.00 presso lEnoteca provinciale della CCIAA in Via Cesare Battisti n. 48 a CASERTA.

Introduce:
Prof. Sergio Vellante (Italia Nostra CE; Gruppo Sostenibilità, ASviS Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile).

Interviene:
Prof. Michele Di Natale (Ordinario in Ingegneria Idraulica, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”).
Foto di Giulio Buffoni (“Vedute e paesaggi d’acqua”)
Video realizzato dagli studenti dell’ITC Federico II di Capua (“Il fiume Volturno si racconta…”, vincitore del
concorso nazionale di Italia Nostra 2015
)
Prof.ssa Mariella Natale (Movimento Blu Caserta)

LEGGI IL PROGRAMMA COMPLETO

 

 

Associati a ITALIA NOSTRA e coinvolgi tanti nuovi amici

Regalati la tessera di Italia Nostra e donala ai tuoi amici per proseguire una storia lunga oltre 65 anni di iniziative, progetti e battaglie per il Paese.

I nostri obiettivi comuni per il 2023 sono:

  • tutelare i centri storici, i beni culturali, i parchi e le aree protette, l’agricoltura, il mare e le coste, i musei, le biblioteche e gli archivi… questi sono alcuni dei capitoli più importanti dell’attività delle nostre oltre 200 Sezioni sparse su tutto il territorio nazionale
  • fermare il consumo del territorio un bene pubblico che va esaurendosi e che è sempre più prezioso anche per la nostra qualità della vita e il benessere economico
  • proteggere con rinnovate campagne i nostri “paesaggi sensibili”
  • educare i giovani al patrimonio culturale e naturale con un particolare impegno del nostro settore “Educazione al patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale”
  • lottare per il risparmio energetico e contro l’inquinamento promuoviamo le energie non inquinanti e non distruttive dei nostri paesaggi e territori

Le migliaia e migliaia di soci sono l’unica vera nostra forza.

Per essere sempre più protagonista del presente e del futuro del nostro Paese unisciti a noi!

 

 

L’intelligenza del suolo nelle terre del Volturno. Una battaglia per la tutela tra Litorale Domizio e Matese

Gentili soci, gentili amici,

Siamo lieti di invitarvi all’evento che Italia Nostra sez. Caserta “Antonella Franzese” e il Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università della Campania “L. Vanvitelli” hanno organizzato per il prossimo 4 febbraio 2023: L’intelligenza del suolo nelle terre del Volturno. Una battaglia per la tutela tra Litorale Domizio e Matese”, presso Polo Scientifico – Università degli Studi “Luigi Vanvitelli”, Viale Lincoln,5 – Caserta.

https://www.italianostra.org/foto-giorno/lintelligenza-del-suolo-nelle-terre-del-volturno-una-battaglia-per-la-tutela-tra-litorale-domizio-e-matese/

L’iniziativa prende spunto dalla pubblicazione di Paolo Pileri, L’intelligenza del suolo. Piccolo atlante per salvare dal cemento l’ecosistema più fragile (Edizioni Altreconomia, 2022) (sarà presente l’autore) e trova ampio riscontro nell’attualità del pensiero di Antonio Cederna: sollecita infatti un maggiore impegno delle forze locali nell’economia e nel sociale, nella scienza e nelle professioni, nel governo culturale e istituzionale dell’ambiente e del territorio per il mantenimento degli equilibri ecologici e per tenere in vita il suolo.

Per i DOCENTI interessati, l’iniziativa è accreditata sulla piattaforma SOFIA ID 79933.
I LINK per la registrazione all’evento è : https://forms.gle/bNXN7QipTsFeCHAe9

 

Video dello stage organizzato da Italia Nostra Caserta

Video realizzato nel novembre 2022 come prodotto finale dello stage organizzato da Italia Nostra onlus sez. “Antonella Franzese” di Caserta per il Corso di Esperto dei Servizi Educativi Museali promosso da Unione Europea, Garanzia Giovani, ANPAL, Regione Campania ed erogato da Terre Blu.

Il tema trattato è quello della Regina Viarum, di estrema attualità per la proposta di inserirla nella Lista del Patrimonio dell’umanità. I giovani corsisti si sono interfacciati con addetti ai lavori e semplici cittadini per tentare di comprendere quanto le politiche culturali e territoriali tengano in debito conto l’importanza di tale arteria e se e quanto il ricco patrimonio culturale che ci circonda è integrato nella vita quotidiana di tutti noi, o è corpo estraneo o, addirittura, di ostacolo a sviluppo e innovazione.

Video a cura di: Rossella Cennamo, Giuseppina Monaco, Ilaria Pignataro, William Silberstein, Carlo Villano _ Tutor: Giancarlo Pignataro

CENTRO STORICO DI CASERTA: PIANO DI RECUPERO E ABBATTIMENTI

E’ di pochi giorni fa la chiusura, anche ai pedoni, di una parte di via S. Carlo a Caserta in corrispondenza dell’edifico ai numeri civici n. 27,29,31 abbattuto, e del civico n.33 pericolante, sembrerebbe a seguito dell’abbattimento come si legge sulla stampa cittadina. Questo è uno dei tanti episodi di abbattimenti di edifici nel centro storico cittadino, a cui stiamo assistendo da diversi anni ma con maggiore intensità negli ultimi tempi. Questi abbattimenti creano un vuoto nel tessuto urbano e causano spesso danni agli edifici confinanti, con la possibilità di mettere in atto pericolosi effetti “domino”. Si rinnova la storia dell’abbattimento dell’edificio in via Napoli, di quello in via Vico.

E’un lento ma inesorabile impoverimento del tessuto urbano storico. Per esempio, via San Carlo si è sviluppata dal punto di vista urbanistico nella seconda metà del Settecento con la presenza a Caserta dei nobili di corte che seguivano i sovrani borbonici nei loro soggiorni casertani. Da qui la presenza di edifici signorili e anche di notevole pregio storico e architettonico. Ma comunque è l’insieme del tessuto urbanistico così come si è formato nel corso del tempo che va salvaguardato. Abbattendo i palazzi, anche seguendo le norme indicate nel Piano di Recupero, si perde un pezzo della storia cittadina.

Infatti il Piano di Recupero approvato dall’Amministrazione comunale il 20.12.2000 e la normativa adottata, sembra incentivare prima l’abbandono e il degrado degli edifici che diventati pericolanti devono essere abbattuti per poi essere ricostruiti, spesso con volumetrie superiori alle preesistenti, come abbiamo segnalato più volte.

Si rivelano tragicamente premonitrici le osservazioni che a suo tempo la sezione di Caserta di Italia Nostra e il WWF Italia, sezione di Caserta presentarono all’amministrazione, contestando le scelte del PIANO DI RECUPERO, come “inaccettabili dal punto di vista culturale e normativo”. In particolare “con gli interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica”, si decretava “la completa distruzione sia della tipologia edilizia che della morfologia del tessuto storico. L’effetto finale è quello della completa distruzione della memoria storica e dell’identità culturale della nostra città”.

Di seguito copia delle osservazioni, datate 19 dicembre 2000.

osservazioni piani di recupero

 

Allarme di Italia Nostra Caserta: abbattimenti e ricostruzioni, grave situazione di pericolo del centro storico cittadino

Grave situazione di pericolo del centro storico cittadino e del paesaggio inserito nel sito del Patrimonio Patrimonio Mondiale UNESCO: la Reggia di Caserta del XVIII sec con il parco, l’acquedotto del Vanvitelli e il complesso di San Leucio.

Dopo gli ultimi abbattimenti di edifici storici, fra le tante segnalazioni sdegnate pervenute alla sezione di Caserta di Italia Nostra, abbiamo ricevuto la seguente nota dell’arch.  Maria Correra:

“Ma era solo un vecchio rudere, non aveva alcun valore architettonico”.

I Casertani che mi danno queste risposte meritano di avere quello che stiamo vedendo in città. La colpa sarà sicuramente degli incentivi che lo stato destina alla nuova edilizia, non certo di chi ci amministra…

Ma sta di fatto che la nostra storia sta velocemente sparendo e noi casertani ci ritroviamo ad abitare una città anonima, senza identità, che potrebbe essere qualsiasi luogo, dove non ci riconosciamo più. Ma che importa a chi dà importanza solo al profitto?

C’era un palazzetto donato da un privato, gia’ esistente nei primi anni ’60, che grazie alla cura di Suor Carla, suor Orsolina e tante altre consorelle Immacolatine di Lourdes, ha fatto crescere generazioni di bambini, oggi adulti, nel magnifico aranceto che, attraverso un viale, conduceva alla grotta dove c’era la statua della madonnina. Quei bambini giocavano ed imparavano le prime lezioni dell’asilo, festeggiando i loro compleanni nelle sale dedicate alle lezioni.

C’era poi la processione con le candele che ogni anno si faceva con i fedeli e le ospiti del pensionato, in onore della Madonna di Lourdes. Seguiva sempre un piccolo rinfresco offerto dalle suore.

La domenica mattina all’alba, le suore cominciavano le loro preghiere ed intonavano i canti in attesa della celebrazione della Messa dopo la quale i fedeli si intrattenevano all’uscita per i saluti e qualche chiacchiera.

Poi c’era un altro palazzetto che aveva delle persiane in legno, quelle alla napoletana che oramai erano sgangherate e cadenti, ma infinitamente belle. Ebbene, lì c’era un piccolo esempio di artigianalità industriale, un’officina meccanica che produceva pezzi lavorati al tornio. Chiaramente anche qui il giardino alle spalle della facciata aveva il suo fascino, che non è sfuggito ai nuovi proprietari.

Chiudo con i ricordi parlando dell’affascinante villetta liberty non molti anni fa ristrutturata, anche questa ovviamente dotata di giardino privato, uno degli ultimi esempi di architettura liberty in pieno centro cittadino. Ma non disperiamo: ci sono sempre villa Vitrone e villa Galeno in via Renella. A quando il loro abbattimento? Eppure anche queste posseggono un bel giardino.

Via Renella rappresenta una tra le più antiche strade di Caserta al margine del centro storico ma comunque con peculiarità caratterizzanti l’epoca della sua formazione”.

A tale riguardo, più volte la sezione di Caserta di Italia Nostra onlus,  ha segnalato, sia a mezzo stampa che con documenti inviati agli Enti preposti, e con iniziative di sensibilizzazione (raccolta firme , esposti),  la necessità di salvaguardare i vari centri storici del territorio comunale casertano, in relazione anche alle leggi emanate  nel tempo e ai dispositivi di tutela del patrimonio storico-artistico  del complesso vanvitelliano inserito durante  il 1997 nella  World Heritage List dell’UNESCO.

Per quanto riguarda la legislazione urbanistica relativa ai tessuti storici delle città, già la Legge 25 aprile 1938 sanciva l’obbligatorietà di richiedere l’autorizzazione preventiva da parte di chi volesse svolgere attività edificatoria  per lavori da eseguire su edifici esistenti all’interno dei centri abitati.

Dopo la legge urbanistica n.1150 del 1942 ed altri provvedimenti  legislativi, la legge 457 del 5 agosto 1978,  dal titolo “Norme generali per il recupero del patrimonio edilizio esistente”, ha previsto la redazione di piani di recupero di iniziativa privata e  pubblica. Da essa è scaturito il primo piano di recupero della città di Caserta, varato negli anni ‘ 90 del secolo scorso. La successiva legge 493 del 1993 ha previsto inoltre  i Programmi di recupero urbano e di riqualificazione e di sviluppo sostenibile – PRUSST.

L’obiettivo delle leggi riguardanti i centri storici e la pianificazione delle zone circostanti è stato comunque di delimitare e normare gli interventi  in aree di interesse storico-artistico, definite zone A,  per preservare l’identità dei luoghi nell’evolversi del tempo, il cosiddetto genius loci.

La configurazione urbana e paesaggistica del territorio casertano era già perfettamente leggibile in una incisione settecentesca, eseguita da G.B. Pacichelli nel 1703 (nel volume Il regno di Napoli in prospettiva), che mostrava la città medioevale (Casa Irta), munita di mura, chiese e castello, posta in cima dei colli Tifatini. Il restante territorio era caratterizzato da una serie di piccoli borghi disseminati lungo le falde collinari (i più antichi) e all’interno della fertile pianura campana, quelli di più recente realizzazione. Erano già distinguibili in piano i nuclei di Centurano, con il nuovo Palazzo vescovile, il villaggio Torre con il palazzo feudale degli Acquaviva e il casino di caccia del Belvedere. Una modesta viabilità rurale collegava la disposizione policentrica dei vari nuclei medioevali con la città e con le altre aree dell’intera regione. Non si sovrapponeva ancora all’antico tracciato il nuovo disegno settecentesco, che riconfigurerà l’intera area secondo l’asse della composizione vanvitelliana della reggia prolungandosi a nord nel Condotto Carolino fino ai monti del Taburno e a sud nella strada con canale navigabile  che avrebbe collegato Caserta, nuova capitale del regno, con il golfo di Napoli.

Per tale straordinario intervento di creazione di un nuovo paesaggio che si fonde con quello settecentesco e con quello precedente della centuriazione romana, rafforzata dalle attività di bonifica ottocentesca dei Regi Lagni, nessuno studio approfondito è stato portato avanti per  analizzare lo stato attuale del territorio e per programmare  politiche di conservazione in grado di  attuare misure  di tutela dei segni ancora evidenti diffusi sull’intero territorio casertano.

Unica attività in tal senso quella formulata dall’Unesco che, prima di inserire il complesso casertano nella Lista del Patrimonio Mondiale, ha  richiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ( attuale MIC) che:

-tutto il Complesso Settecentesco fosse vincolato ai sensi della legislazione vigente;

– intorno al complesso fosse istituita una fascia di rispetto e inedificabilità compatibile,

-fosse elaborato un programma di salvaguardia dei monumenti vanvitelliani escludendo gli usi militari,

– fosse redatto un piano paesaggistico delle aree vincolate circostanti il complesso  settecentesco e un piano di gestione del sito da far rispettare e attuare da parte di tutti gli enti preposti al governo del territorio circostante.

Nonostante a Caserta questi dispositivi di tutela siano stati attuati in parte e approvati, essi non riescono a garantire la salvaguardia complessiva del sito cosi come indicato dall’UNESCO e così come prescritto in tutte le località sedi di monumenti appartenenti al patrimonio dell’intera umanità.

Ne sono testimonianza le demolizioni e le alterazioni del tessuto urbano cittadino:

– le trasformazioni edilizie che si realizzano anche nelle aree vincolate paesaggisticamente come le frazioni pedemontane e Casertavecchia,

– gli sventramenti e le alterazioni del tessuto urbano adiacente al parco della Reggia

– le alterazioni del tessuto urbano dell’area di S. Leucio con la realizzazione di nuove edificazioni e del nuovo  asse urbano ( cosiddetta bretella,  a suo tempo  osteggiata perchè possibile avvio di una deleteria urbanizzazione dell’area) ,

– la mancata realizzazione della cessione dell’intera gestione della Reggia   al Museo autonomo costituito dal MIC, permanendo ancora la occupazione parziale del complesso da parte dell’Areonautica Militare,

– la ventilata realizzazione di alloggi all’interno del complesso dell’ex Convento di S. Francesco di Paola, in area immediatamente adiacente alla Reggia e al Parco;

la proposta di costruzione di residenze per studenti nella ex-caserma Balducci che insite nell’area dei Mulini di San Benedetto, costruiti da Carlo Vanvitelli per sfruttare l’ultimo tratto del condotto Carolino che poi si sarebbe immesso nel più antico condotto del Carmignano,

– le alterazioni del centro storico casertano con realizzazione di volumetrie del tutto estranee al precedente assetto di città evoluta nel rispetto del progetto di città reale elaborato da Luigi Vanvitelli,

–  la mancate realizzazione di un piano di riqualificazione dell’area, elaborato con gestione attenta delle alberature e del verde e degli edifici che insistono sulla piazza, sulle arterie storiche, sul vialone Carlo III e sulle strade adiacenti al nucleo storico precedente alle realizzazioni borboniche.

Invece di programmare nel rispetto degli indirizzi predisposti secondo le direttive dell’UNESCO si è infatti assistito ad interventi che hanno stravolto il centro storico, con abbattimenti, trasformazioni edilizie, con la prospettiva di abbattere e edificare il nuovo con incremento di superficie e volumetria. Di questo sono esempi il Palazzo Castropignano, antica sede del comune, il Palazzo Monti, la locanda della Posta, nell’antica piazza Mercato attuale piazza Vanvitelli, il palazzo Montanaro in via Tanucci.

I motivi addotti sono stati vari ma sempre ripetitivi, quali il degrado degli immobili non soggetti a una manutenzione costante o alla necessità di costruire al posto di palazzetti ottocenteschi, più o meno degradati, edifici moderni che modificano le antiche tipologie a corte e producono  un carico abitativo raddoppiato. Basti pensare all’asse settecentesco di via Tanucci, dove la tipologia edilizia è stata alterata occupando tutti i cortili e i giardini e variando  quello che era il rapporto equilibrato tra facciata esterna, cortile e giardino. Analogamente si è operato per via Giannone e Piazza Vanvitelli, cuore del villaggio Torre adiacente al parco reale. Inoltre l’aumento del carico abitativo ha generato conseguenze disastrose per il traffico veicolare e per la vivibilità del piccolo centro cittadino.

Altro intervento poco incline a ricercare un rapporto adeguato con l’intorno è l’edificio sorto in piazza Correra; la “nuova versione” di volumetrie, materiali e colori, dell’ex Palazzo Montagna, interrompe bruscamente il dialogo coi “fatti urbani” di Via Vico, asse importante per la storia cittadina, a pochi metri dalla Cappella gentilizia dei Della Ratta ( sec. XVIII).

Gli ultimi abbattimenti riguardano  via Roma e Via Renella  ( già via Napoli) dove persistono palazzi novecenteschi e in stile liberty, che sono un esempio rilevante   della storia urbana e dove , come in v. Tescione,  villette liberty sono state abbattute per far posto a nuovi edifici.

Si chiede  pertanto alla Commissione Nazionale UNESCO, all’amministrazione Comunale di Caserta, alla  Commissione Edilizia Integrata del Comune di Caserta ( che ha il compito di autorizzare gli interventi edilizi in aree vincolate) e alla Soprintendenza ABAP che si valutino con attenzione  gli interventi sul  patrimonio edilizio storico cittadino, riconoscendolo di pubblico interesse e di valore identitario, nel rispetto dei vincoli di tutela e dei  piani e dei programmi richiesti dall’UNESCO,  che ha  il compito di sorvegliare sull’attuazione  delle misure di tutela e di intervenire in caso di necessità anche con provvedimenti di censura  e di annullamento e modifica delle dichiarazioni di interesse.

 

FLASH MOB del 19 maggio 2022, ore 19,00 Piazza Duomo Caserta, NO al Digestore e al Polo del biometano.

Partecipiamo perché tali impianti rappresentano la fase conclusiva di un’Economia dello Spreco che distrugge risorse naturali, culturali ed energetiche, accresce disuguaglianze sociali e disparità territoriali rendendo la spesa pubblica (PNRR) un fattore d’insostenibilità rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030/2050 dell’ONU.

 

ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI 2022

Il 30 aprile 2022 alle ore 17,30 presso il ristorante “il Cortile”, via Galileo Galilei n. 24 Caserta, si terrà l’Assemblea annuale dei soci della sezione di Italia Nostra, Caserta “Antonella Franzese”.

Momento centrale della serata sarà la consegna della tessera di socia onoraria di Italia Nostra a Fausta , direttrice della Nuova Compagnia di Canto Popolare, per il suo grande impegno nella conoscenza e diffusione del patrimonio musicale della tradizione partenopea e campana.

In questa occasione festeggeremo i Trenta anni delle attività culturali della sezione con immagini e testimonianze e presenteremo il programma delle attività culturali 2022: “La Lista Rossa di Italia Nostra. Prendersi cura del patrimonio culturale”.